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Ginnastica per una postura fragile

work in progress 

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In un ritrovamento di un vaso etrusco, esiste una raffigurazione del Minotauro lattante in grembo alla madre Pasifae: una scena di amore, intimità e dolcezza, in cui il rapporto tra madre e figlio nasconde la speranza di futuro e il doloroso destino dell’abbandono.

 

Prendendo le mosse da Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov, Ginnastica per una postura fragile, compie un rovesciamento sulla mitologica figura ibrida- per questo privata del diritto di essere umana-, con l’obiettivo di indagare l’io infantile che sopravvive nel corpo, costretto al silenzio e alla prigionia dell’età adulta.

Riappropriarsi dell’infanzia pone al centro un’ipertrofica espansione del Sé in cui, in un mondo immaginifico fatto di fantasie, giochi e istinti, l’eccesso di storie fa emergere un soggetto plurale- adulto, bambino, umano e animale- che si accosta al mondo attraverso una sovrapposizione di gestualità infantile e movenze bestiali.

Con Ginnastica per una postura fragile, Margherita Dotta disegna nella presenza e nella danza di Leonardo Maietto, una geometria fisica precaria e mutilata, dove esposizione, vulnerabilità e dipendenza dall’assenza sono i terminali di una scrittura di una storia anti-antropocentrica.

Le insite frammentazioni e mutilazioni del corpo si mostrano come gli squarci dai quali osservare il mondo attraverso lo sguardo bambino, puro e trasparente, per proporre un’ontologia incarnata e ospitale sotto forma di racconto crime dai toni dolci.

 

Del resto «si raccontano favole ai bambini per farli addormentare, agli adulti per farli svegliare», poiché «In sostanza e verità tutto questo non è nient'altro che un gioco».


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